di Raymond Carver
adattamento e regia Luca Bargagna
scene e luci Angelo Linzalata
con Silvia Ajelli, Arturo Muselli
e cast in via di definizione
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Dopo aver letto la biografia di Čechov, Carver scrive L’incarico, racconto sugli ultimi giorni di vita dello scrittore, compiendo un’operazione straordinaria in cui si mescolano elementi biografici e invenzione narrativa. Il fascino del racconto non risiede esclusivamente nell’omaggio al grande scrittore: nella narrazione di quegli ultimi istanti, inaspettatamente, Carver lascia alla sua immaginazione la libertà d’infondere vita in azioni che nella biografia sono solo accennate. Ed è proprio il confine fra biografia e invenzione che guida l’idea d’una messa in scena di questo racconto. L’omaggio di Carver a Čechov, grande scrittore, ma anche grande scrittore di teatro, sembra impregnarsi di questa teatralità, rendendo possibile immaginare questo racconto in teatro.
Il 2 luglio 1904, il medico che assiste Čechov capisce che non c’è più nulla da fare; chiama la reception dell’albergo, dove tutto si sta consumando, e ordina una bottiglia di champagne. Un’iniziativa personale, «un piccolo comportamento umano» come lo definisce Carver, che lo colpisce come un’azione straordinaria. «È un sacco di tempo che non bevo più champagne», così Čechov si porta il bicchiere alle labbra e beve, il tempo per l’ultimo brindisi. Ma a un tratto lo scrittore, la moglie Olga e il medico sembrano sparire nell’ombra, affiora piuttosto l’immagine del cameriere che, ignaro di tutto, serve in camera lo champagne. Poi tutto svanisce: le parole e le emozioni si nascondono nel silenzio della notte. Ma Carver, con grande maestria, ci spinge a guardare un oggetto fuori posto, unica testimonianza di ciò che è successo prima, conseguenza involontaria d’un raro momento d’ispirazione: il tappo della bottiglia rimasto per terra, nella stanza dove aveva smesso di respirare Čechov.
La messa in scena gioca sullo scarto tra biografia e finzione; un tappo che esplode e che rimane in primo piano acquisisce la forza d’una battuta, un colpo di pistola nella notte che squarcia un silenzio di bellezza, di tristezza, d’amore. Carver illumina la morte del grande scrittore con grazia, attraverso lo sguardo spaesato del ragazzo. Là dove finisce la vita dello scrittore, nasce il personaggio del cameriere, protagonista inconsapevole d’una storia apparentemente più grande di lui.
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di Raymond Carver
adattamento e regia Luca Bargagna
scene e luci Angelo Linzalata
con Silvia Ajelli, Arturo Muselli
e cast in via di definizione
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale